La Legionellosi è una malattia che si trasmette attraverso l’inalazione di particelle di acqua vaporizzata contaminata dal batterio Legionella spp. I batteri appartenenti alla specie Legionella sono ubiquitari negli ambienti acquatici naturali ed artificiali e la loro capacità di resistenza e moltiplicazione è legata ad una serie di condizioni ambientali, in realtà, non troppo restrittive. Qualsiasi sistema o apparecchiatura che contiene, immagazzina o fa ricircolare acqua non sterile che può essere aerosolizzata è fonte di legionellosi.
Dopo il primo riconoscimento della legionellosi nel 1976, quando 221 partecipanti al convegno annuale della Legione americana contrassero la polmonite e 34 di loro morirono, furono sviluppati e implementati sistemi di sorveglianza in diversi paesi.
La sorveglianza della legionellosi è tuttora un obbiettivo di sanità pubblica, nel 2015 secondo la sorveglianza del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), sono stati segnalati 7034 casi in Europa, praticamente 1,4 casi ogni 100.000 abitanti.
Circa il 90% dei focolai si verificano in acque ricreative trattate (piscine, stabilimenti termali e parchi ricreativi), mentre il restante 10% deriva da acque naturali utilizzate per il tempo libero (bagni nei fiumi, spiagge, ecc.).
Legionella, fattori di proliferazione batterica
La conoscenza del batterio Legionella spp è un requisito essenziale per determinare le aree a rischio di colonizzazione e per attuare le adeguate misure di controllo e prevenzione.
Per batteri come la Legionella spp le condotte d’acqua, sono ambienti perfetti per la crescita, soprattutto se queste sono esposte al sole e con un basso, se non del tutto assente, flusso di acqua corrente. Nei giunti delle tubature, soprattutto se non correttamente mantenute la presenza di calcare e residui di sporco possono essere un luogo perfetto per la proliferazione del batterio. La temperatura rappresenta un parametro rilevante poiché pur essendo in grado di sopravvivere in un range piuttosto ampio di temperatura, la Legionella spp. predilige un range di proliferazione tra 20°C e 50°C.
Nelle piscine, vasche idromassaggio e strutture simili, non è pratico mantenere una temperatura dell’acqua fuori dall’intervallo considerato a rischio. Pertanto, devono essere implementate altre strategie di gestione, che possono includere un’adeguata progettazione, disinfezione residua ed un’adeguata manutenzione e pulizia delle apparecchiature.
Le goccioline che trasportano il microrganismo si possono formare spruzzando l’acqua oppure facendo gorgogliare aria in essa (vasche idromassaggio e SPA), ma anche per impatto su superfici solide. La pericolosità di queste particelle di acqua è maggiore quando le particelle sono più piccole, le gocce di diametro inferiore a 5 micron arrivano più facilmente alle basse vie respiratorie. Generalmente le persone in buono stato di salute non si ammalano anche se, l’infezione causata da Legionella può essere fatale in circa il 10% dei casi, arrivando fino al 30% in persone con un sistema immunitario compromesso.
Legionella, danni per la salute
L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS sottolinea che questi batteri rappresentano il primo fattore di malattia trasmessa dall’acqua nell’Unione Europea, mentre i report annuali del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ECDC riscontrano un costante aumento di questa grave infezione polmonare.
La legionella può sfociare in due principali malattie: la prima che è la forma più lieve si presenta come una malattia simil-influenzale chiamata Febbre di Pontiac, si sviluppa tipicamente dopo 12-48 ore con febbre e sintomi influenzali e non richiede specifici trattamenti medici. Al contrario, nel secondo caso, può presentarsi come la malattia del legionario che si manifesta generalmente da due a dieci giorni dopo il contagio, si sviluppa con febbre, tosse, mal di testa, dolori muscolari e perdita di appetito, successivamente si sviluppa una polmonite più o meno grave, che malgrado gli antibiotici può condurre alla morte.
Igiene e sicurezza delle piscine
La qualità igienico-sanitaria delle acque da piscina può essere garantita grazie al rispetto di appositi protocolli di gestione del rischio legionellosi, che prevedono l’utilizzo di appositi prodotti sanificanti a base di “Cloro”. Oltre l’Ipoclorito di Sodio (la comune candeggina), altri disinfettati diffusi sono i “Clorocianurati” nei quali il principale componente (L’acido isocianurico) agisce come “stabilizzante” del Cloro, impedendone la decomposizione. Il corretto dosaggio di disinfettanti all’interno di un impianto consente di rispettare i requisiti igienico-ambientali previsti dalla normativa.
Cloro e concentrazioni elevate, rischi per la salute
Concentrazioni troppo elevate di cloro possono avere effetti indesiderati sulla salute, come irritazione alle vie respiratorie, occhi rossi ed irritati, mucose irritate, irritazione alla pelle e, naturalmente, odore sgradevole che proviene dalle acque, soprattutto di piscina.
Come accaduto in uno dei più grandi parchi acquatici d’Europa, il “Waterworld” di Londra, che accoglie ogni anno più di 400.000 bagnanti. I presenti sono stati costretti ad evacuare dopo che 46 persone hanno avuto bisogno del soccorso da parte dei paramedici per aver accusato rush cutanei, tosse, irritazione agli occhi ed alla gola e nausea, due bagnanti, un uomo ed una donna, sono stati ricoverati per accertamenti.
I livelli elevati di cloro nell’acqua delle piscine, avrebbero provocato i sintomi accusati dai visitatori. Alcune delle persone presenti nel parco hanno denunciato un odore di cloro così forte e penetrante da provocare quasi il vomito.